Arrigo Sacchi, quali sono le novità più interessanti di questo campionato?
«La principale, a mio parere, è la Juventus. Sta cercando di esprimere un gioco diverso e la società con il nuovo stadio si è spinta dove finora non era arrivato nessun club italiano. Intravedo buone prospettive per il futuro».
In tutto questo quanto incide Antonio Conte?
«Tanto. Antonio ha tutto per diventare un grande allenatore: capacità, entusiasmo, passione, fantasia... Sta lavorando per creare un’identità che negli ultimi anni la squadra aveva perso. Sta cercando di dare un gioco che mancava ma serve pazienza: della società e dei tifosi».
Pazienza, che predica lo stesso Conte.
«Io arrivai al Milan dopo un quinto posto e Berlusconi mi disse: “Se arrivate terzi, vi do un premio”. Se non sbaglio, la Juventus nelle ultime due stagioni ha chiuso settima: fate voi... Credo in Conte, ma i grandi allenatori li fanno anche le grandi società. Molto dipenderà dai dirigenti: dovranno assecondarlo per non fargli perdere coraggio e autorevolezza nello spogliatoio ».
Lei conosce Marotta da una vita, avrà questa pazienza con Conte?
«Marotta è un illuminato, ma molto dipende dal presidente che mi dicono essere competente. Pensate che Marotta lo conobbi nel 1985. Lui era dg del Varese, io tecnico del Parma. Era la penultima di campionato: noi vincendo arrivavamo primi e loro perdendo retrocedevano. Una situazione tesa nella quale ammirai la sua sportività e la sua calma. Non mi sembra cambiato da allora».
Come ha fatto il Milan a commettere l’errore Pirlo?
«Sono scelte. Allegri voleva un giocatore con caratteristiche diverse. E credo che lo stesso Pirlo cercasse stimoli nuovi».
Ha cambiato la Juve?
«E’ il giocatore che alla Juve mancava da troppo tempo. L’errore del passato era stato non prendere un regista, gente come Xabi Alonso o D’Agostino... Con Pirlo, alla fine, la Juve ha acquistato il più bravo nel ruolo. Lo dissi anche a Marotta: “Se sta bene, è il tuo uomo”. Pirlo non sbaglia mai i tempi. Lo volevo portare al Real Madrid, ma a quel tempo il Real prendeva solo Palloni d’Oro».
In fondo, Pirlo il Pallone d’Oro l’avrebbe meritato...
«Certo, ma non è un attaccante o una mezzapunta. Se non l’hanno dato a Scirea, Baresi e Maldini...».
La Juve ha colmato il gap dal Milan?
«Come valori individuali la Juve non è competitiva come altre, ma ha un gruppo che se si unisce e diventa squadra può ridurre le distanze. Deve superare la concorrenza sfruttando il vantaggio tecnico di non avere le coppe».
Parlavamo di calcio più “moderno”. Marchisio è un centrocampista moderno?
«Sì e può diventare un centrocampista di grandissimo livello. E’ il tipo di uomo e professionista che cercavo io: nel mio Milan ci sarebbe stato. Un altro esempio è Klose: ha la mentalità giusta, è sempre alla ricerca dell’eccellenza. Questione di testa, non solo di piedi».
Filippo Cornacchia
Guido Vaciago
Fonte: Tuttosport.com
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