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RINCORSA - Delusione, tremenda delusione per il Biondo, che pure potrebbe ereditare la fascia di capitano della Serbia. E alla fine è un fallimento per un Paese leader nel tennis e nella pallavolo che però ha abdicato nel calcio. Krasic, allora, si ributta nell’avventura juventina. Da qui alla pausa natalizia dovrà recuperare posizioni, considerazioni. Altrimenti, il rischio del “taglio”, morale o materiale, c’è davvero. Insomma, si trova a un bivio della carriera: l’approdo a Torino doveva rappresentare il salto di qualità, ma la crisi d’identità l’ha mandato in confusione, tra cambio di modulo e richieste tecniche, impostazione tattica e libertà d’azione.
NON ESAGERARE - E dire che l’estate è apparsa ideale. Prima le rimpatriate con gli amici in Kosovo, poi il ritiro completo agli ordini di Antonio Conte, il nuovo condottiero zebrato. Ma l’avvio non è stato quello sperato. A parte un infortunio muscolare, la strada è stata in salita per conquistare il posto. «Ha un po’ di difficoltà - conferma l’agente Fifa Marko Naletilic - ma con lui sembra tutto esagerato. Prima lo si dipinge come pallone d’oro, poi come un giocatore non all’altezza della Juve». E il discorso sulla tattica che lo imbriglierebbe regge fino a un certo punto. «Anche se lui è un calciatore di intuizione, che ha i numeri nelle gambe e nella testa. Quando entrerà in forma, tornerà a farli vedere ».
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Elvira Erbì
Fonte: Tuttosport.com
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