venerdì 16 settembre 2011

Mancini e Mezzaroma

Tuttosport ha intervistato il presidente Mezzaroma sul suo ex tecnico Antonio Conte: «Quanto grida durante le partite! Lui e Sannino: sarà guerra di decibel»

Vi propongo parte dell'intervista, la si può trovare completa nel quotidiano.

«Sono emozionato, sì. Non vedo l’ora di godermi il debutto ca­salingo del mio Siena in massima serie. Contro la Juve, poi».

Oltretutto, presidente Mezzaroma, contro Conte...
«E questo è il valore aggiunto. Io e Antonio siamo rimasti ami­ci, la stima reciproca è immutata: lui sa che la Robur, la nostra piazza, gli ha dato tanto e viceversa Siena gli è grata per quel­lo che ha trasmesso».

A proposito di gratitudine, c’è pure quella juventina nei suoi confronti: avrebbe potuto blindare Conte, invece...
«Prima che un presidente sono un uomo. In giro non ti porti sol­di o promozioni, ma quello che sei. Sul piatto della bilancia, al momento di decidere, ho messo tanti fattori. Mi sono detto: perché dovrei mettermi di mezzo tra Antonio e il suo sogno?».

Che tipo di persona è Conte? Come si lavora con lui?
«E’ una persona che ha le idee chiare. Sa come costruire un gruppo di lavoro affiatato e una squadra vera. Bisogna crede­re in lui e dargli fiducia, aiutarlo nel suo percorso senza intro­mettersi oltremodo».

Mai nessun attrito?«Non ricordo frizioni. Non sono un presidente che vuol detta­re la formazione, dunque lascio che ciascuno si occupi dei propri compi­ti. Con Antonio mi sono limitato a smussare certe situazioni. Guai a dirgli “hai fatto male”, “hai sbagliato quella cosa lì”. Conviene dire che “si poteva far meglio”... Per lui funziona così, punta sempre e solo a far meglio».

Promozione a parte, qual è il ricordo più bello che conser­va della gestione Conte?
«Il momento più bello è legato a quando ho conosciuto Anto­nio. Pranzo di lavoro: prima di iniziare a mangiare ci siamo fat­to il segno della croce. A prescindere dalle questioni religiose, ho capito che avevo a che fare con una persona che ha dei va­lori. Un uomo vero».

L’erede di Conte, Sannino, sembra reggere il confronto in quanto a determinazione e grinta. «Non mi piace incasellare le persone in categorie, ma devo ammettere che Sannino e Conte hanno un carattere simi­le: ciò che hanno ottenuto, se lo sono conquistati con il su­dore. Pure Giuseppe, poi, ha una sua idea di calcio ben precisa. Domenica vedremo un bel duello. E sarà anche una gara canora... Quanto urlano! Ricordo la sfida del­lo scorso anno tra Siena e Varese, non vorrei essere nei panni di chi sta vicino alle panchine... Scherzi a par­te, Conte e Sannino sono in grado di garantire un plusvalore a livello di stimoli e di colmare eventua­li gap tecnici con le rivali dirette. Se i giocatori li seguono, non sarà difficile che il Siena trovi una salvezza tranquilla e che la Juventus, perché no?, metta le mani sullo scudetto».

Anche Mancini l'ex tecnico dell'inter, ora alla guida del City è stato intervistato sul nuovo stadio della juve e sullo scudetto del 2006:«Lo stadio nuovo? La Juve è sempre avanti. Inter, ciclo finito» e poi aggiunge «Sento miei solo gli scudetti vinti sul campo»

Fonte: Tuttosport.com

Nessun commento:

Posta un commento