martedì 27 settembre 2011

"Processo nato sulle chiacchiere"



Nel giorno dedicato alle difese, all'udienza del processo di Napoli su Calciopoli ha preso la parola Luciano Moggi per rendere dichiarazioni spontanee. L'ex dg della Juve ha espresso le sue verità: "Questo è un processo che si è sviluppato sulle chiacchiere. Sono qui perché qualcuno mi ha messo a capo di un sistema al quale sono estraneo. I risultati che abbiamo ottenuto con la cosiddetta triade alla Juve sono stati conseguiti sul campo".


Moggi, che ha citato Ferguson ed Enzo Biagi come testimoni d'eccezione per difendere le proprie tesi, è poi andato in affondo sull'Inter: "La mia Juve era una squadra fatta di campioni. Non aveva bisogno di aiuti. E l'Inter non si può permettere di dire che perdeva per colpa degli arbitri se poi vendeva dei campioni come Seedorf e Pirlo per comprare gente come Gresko, Coco, Vampeta e Taribo West. E' per giocatori come questi che perdevano".

Sul capitolo schede svizzere: "Servivano perché c'era dello spionaggio industriale e infatti dopo poco emerse lo scandalo Telecom. Per questo motivo furono comprate quelle schede che segrete non erano e che io utilizzavo solo per fare il mercato. Mercato che - ha sottolineato Moggi - non è vero come sostiene Narducci si faccia nel mese di agosto, perché io Zidane l'ho comprato a inizio anno. Può darsi pure che queste schede le abbia date a qualcuno ma di certo non per fare cose illecite perché la mia squadra era talmente forte che vinceva senza gli aiuti arbitrali".

"Ecco perché - ha concluso Moggi - ritengo che Narducci abbia costruito un processo sulle sensazioni, fatto di suggestioni. Le schede non erano segrete e il mercato non si fa ad agosto. E poi gli arbitri le schede se le compravano autonomamente per nascondere vicende personali che non hanno a che vedere con il calcio". L'intervento è stato salutato dall'applauso di un gruppetto di sostenitori juventini.

IL LEGALE DI MOGGI: "UN GRANDE IMBROGLIO"
Un duro attacco nei confronti dell'inchiesta e dei metodi degli investigatori di Calciopoli, "un processo che è tutto un grande imbroglio". Il legale di Luciano Moggi, Maurilio Prioreschi, prova a scardinare così le accuse nei confronti dell'ex dg bianconero ritenuto a capo della cupola che controllava il calcio. Prioreschi, nella prima parte della sua arringa nell'aula 216 del Tribunale di Napoli, si è scagliato contro chi ha condotto le indagini, l'allora maggiore dei Carabinieri, Auricchio, e il pm Narducci.

Per l'avvocato di Moggi "sono state fatte delle porcherie. Si dice una s...ata per telefono e se ne fa un capo di imputazione. E' tutto così questo processo. Questo dibattimento comincia con un imbroglio e cioé l'informativa di Auricchio del 18 settembre del 2004 sulla combriccola romana che è un'informativa su fatti oggettivamente falsi. Non è un processo, è stata una spietata caccia all'uomo". Sulle intercettazioni e sulla loro gestione da parte degli inquirenti: "Non può essere un caso - ha osservato il legale di Moggi - che tutte le telefonate che potevano essere utili alla difesa sono state occultate. I carabinieri avevano annotato telefonate importanti per la difesa delle quali è stata fatta selezione e che qualcuno, Auricchio, ha fatto sparire. Questa - ha incalzato Prioreschi - è una vergogna e il motivo per cui questo processo è un imbroglio dall'inizio alla fine".

Fonte: Sportmediaset.it

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