martedì 25 ottobre 2011

Juve, Sacchi vota Conte: «Cambierà il calcio»

Arrigo Sacchi, quali so­no le novità più interessan­ti di questo campionato?
«La principale, a mio parere, è la Juventus. Sta cercando di esprimere un gioco diver­so e la società con il nuovo stadio si è spinta dove finora non era arrivato nessun club italiano. Intravedo buone prospettive per il futuro».

In tutto questo quanto inci­de Antonio Conte?
«Tanto. Antonio ha tutto per diventare un grande allena­tore: capacità, entusiasmo, passione, fantasia... Sta lavo­rando per creare un’identità che negli ultimi anni la squadra aveva perso. Sta cercando di dare un gioco che mancava ma serve pazienza: della società e dei tifosi».

Pazienza, che predica lo stesso Conte.
«Io arrivai al Milan dopo un quinto posto e Berlusconi mi disse: “Se arrivate terzi, vi do un premio”. Se non sbaglio, la Juventus nelle ultime due stagioni ha chiuso settima: fate voi... Credo in Conte, ma i grandi allenatori li fanno anche le grandi società. Mol­to dipenderà dai dirigenti: dovranno assecondarlo per non fargli perdere coraggio e autorevolezza nello spoglia­toio ».

Lei conosce Marotta da una vita, avrà questa pazienza con Conte?
«Marotta è un illuminato, ma molto dipende dal presi­dente che mi dicono essere competente. Pensate che Marotta lo conobbi nel 1985. Lui era dg del Varese, io tec­nico del Parma. Era la pe­nultima di campionato: noi vincendo arrivavamo primi e loro perdendo retrocedeva­no. Una situazione tesa nel­la quale ammirai la sua sportività e la sua calma. Non mi sembra cambiato da allora».

Come ha fatto il Milan a commettere l’errore Pirlo?
«Sono scelte. Allegri voleva un giocatore con caratteristiche diverse. E credo che lo stesso Pirlo cercasse stimoli nuovi».

Ha cambiato la Juve?
«E’ il giocatore che alla Juve mancava da troppo tempo. L’errore del passato era stato non prendere un regista, gen­te come Xabi Alonso o D’Ago­stino... Con Pirlo, alla fine, la Juve ha acquistato il più bravo nel ruolo. Lo dissi anche a Ma­rotta: “Se sta bene, è il tuo uo­mo”. Pirlo non sbaglia mai i tempi. Lo volevo portare al Real Madrid, ma a quel tempo il Real prendeva solo Palloni d’Oro».

In fondo, Pirlo il Pallone d’Oro l’avrebbe meritato...
«Certo, ma non è un attaccan­te o una mezzapunta. Se non l’hanno dato a Scirea, Baresi e Maldini...».

La Juve ha colmato il gap dal Milan?
«Come valori individuali la Ju­ve non è competitiva come al­tre, ma ha un gruppo che se si unisce e diventa squadra può ridurre le distanze. Deve supe­rare la concorrenza sfruttando il vantaggio tecnico di non ave­re le coppe».

Parlavamo di calcio più “moderno”. Marchisio è un centrocampista moderno?
«Sì e può diventare un centro­campista di grandissimo livel­lo. E’ il tipo di uomo e professio­nista che cercavo io: nel mio Milan ci sarebbe stato. Un al­tro esempio è Klose: ha la men­talità giusta, è sempre alla ri­cerca dell’eccellenza. Questio­ne di testa, non solo di piedi».

Filippo Cornacchia
Guido Vaciago
Fonte: Tuttosport.com

Nessun commento:

Posta un commento